Un progetto di International Music Festival Foundation
Torna il Roma Jazz Festival, quest’anno con il titolo No borders – Migration and integration, che riflette un programma pensato per indagare come oggi la musica jazz, nelle sue ampie articolazioni geografiche e stilistiche, rifletta una irresistibile spinta a combattere vecchie e nuove forme di esclusione e a creare occasioni di incontro e confronto fra le persone.
Nato come risultato/reazione/sintesi di fenomeni drammatici, come la tratta degli schiavi africani nelle Americhe e le conseguenti discriminazioni razziali, il jazz è un linguaggio universale, uno straordinario serbatoio di risposte creative alle domande e alle tensioni continuamente suscitate da tematiche come sconfini, migrazioni e integrazione, la cui sempre crescente presenza nel dibattito pubblico ci obbliga a riflettere e a prendere posizione.
Fra l’affermazione di una nuova generazione di musiciste che rompono le discriminazioni di genere, le sperimentazioni di inedite ibridazioni dei linguaggi e la riflessione sul dramma delle nuove migrazioni, il messaggio del Roma Jazz Festival 2019 è che possiamo comprendere il concetto di confine solo se accettiamo anche la necessità del suo attraversamento.
In programma incontri e, tra gli altri, i concerti di Archie Shepp, Abdullah Ibrahim, Antonio Sanchez, Cory Wong, Federica Michisanti, Donny McCaslin, Moonlight Benjamin.
Gli eventi si svolgono presso l’Auditorium Parco della Musica, la Casa del Jazz, il Teatro del Lido, i club Monk ed Alcazar e alcune biblioteche.